mercoledì 27 aprile 2022

Giornata mondiale del disegno. Viva la fantasia!

Negli ultimi anni vanno di moda le #giornatedi. Oggi - 27 aprile 2022 - ho scoperto essere la #giornatamondialedeldisegno. Mondiale. Caspita. Per me che da sempre faccio del disegno il mio principale mezzo espressivo, dopo la scrittura, una data importante. 

E stavo per perdermela.




Com'è strano, parrebbe esserci un nuovo fervore intorno a questa disciplina o arte. Improvvisamente questa "cosa" che fino a pochi anni fa era un po' di serie b ha acquisito nuovo valore. E non solo perché spopolano i corsi che ti insegnano a disegnare "davvero" (ma ne esiste uno falso?), ma perché finalmente ai piani alti si sono accorti di noi e come ha fatto notare @lianazanfrisco in un suo post ci sono parecchi appuntamenti interessanti in materia. Mostre ed eventi ad hoc solo per disegnatori! Uau!

Una volta ad architettura saper "tirare due linee" era la base. Ma i corsi importanti erano altri, progettazione in primis. Il disegno certo è uno strumento indispensabile, ma quello che contava (e forse conta tuttora) è cosa ci sai mettere dentro. Oggi ci pensa autocad (Che tristezza). Ma se non sai cosa fargli fare sei panato...

Senza una qualche idea lo strumento si svuota.

Il disegno è la base per la pittura, ma non esiste il viceversa. Per questo in campo artistico è sempre stato visto come una preparazione a qualcosa d'altro. E di nuovo declassato. Si sogna di diventar pittori, mica di tirar le linee...

Eppure... Il disegno può bastare a se stesso.


E le linee possono danzare. Basta una matita un foglio una china... un gessetto un marciapiede... una grotta... dalla notte dei tempi è lì per aiutarci a capire il mondo, noi stessi, per ricordare qualcosa, per raccontare una storia.

E di disegni ne esistono milioni, con milioni di stili diversi. Ho letto oggi un post di una scuola d'arte che diceva che prima di lasciarsi andare alla fantasia bisogna imparare a guardare e riprodurre il reale. Mio Dio. 

Certo, occorre una certa disciplina.

Ma... che noia! Prima i chiari gli scuri i contorni i vuoti i pieni i tratteggio i panneggi... fino a dormire beati.

Arte e fantasia non possono a parer mio venir slegati. Tutti possono imparare a disegnare, a vedere la realtà e riprodurla.

Con disciplina ordine passione e costanza. 

A qualcuno piace farlo in modo certosino, ad altri meno... ma la fantasia...quella non portatecela via!

Chissà cosa ne direbbe #picasso o #franzmarc con il suo cavallo blu...

Viva l'arte! Viva il disegno! Viva le esplorazioni! E viva la fantasia! 

L'importante è il percorso, divertitevi, e godetevi i vostri disegni! 


venerdì 25 marzo 2022

Intorno a connessioni e arte astratta

Una cosa che mi piace molto è trovare connessioni. Ho scoperto che è davvero stimolante quando, all'interno di un discorso qualsiasi, si genera questo effetto a cascata, fatto di rimandi, collegamenti, approfondimenti... Un gioco di specchi che, volendo, potrebbe protrarsi all'infinito e rende intrigante questo girovagare per questo mondo. Almeno a parer mio, un dialogo senza connessione (e non intesa come rete internet) è un monologo sterile. Occorre ascolto, scambio, slancio, approccio visionario. 



Nel #movimentodeltaccuino e leggendo i post di @lianazanfrisco, mi piace proprio questo: la capacità di aprire una porta su una questione, offrire delle interpretazioni (magari a scala più ampia delle letture da pianerottolo), consentire lo scambio di opinioni. Attraverso pochi passaggi si è proiettati altrove e anche io, piccola casalinga quasi artista, o impaginatrice se vogliamo, posso parlare di arte, e rimboccarmi le maniche per rimestare un ideale sugo colorato insieme a tanti altri appassionati come me.
Con internet, tutto sembra a portata di mano. Sembra. 
Eppure, dopotutto, se si vuole, tutto ci è più vicino, anche in questi tempi balordi.
Così se proprio non posso studiare arte, perchè ci sono un sacco di blablabla motivi, posso almeno avvicinarmi a più non posso al mondo che amo. 
Così, inizialmente riluttante, ho scoperto per caso i corsi Domestika, e mi si è aperto un piccolo mondo fatto di svago, distrazione, con un corso di @lauramkendry molto stimolante, in cui i miei ghirigori a inchiostro e acquerello possono persino avere un loro non so che di artistico.
Così, di rimando in rimando, mi sono chiesta se qualcun altro si dilettasse come me con l'inchiostro. Non tanto per gioco, ma proprio per mestiere (che poi, se sei un artista, gioco diletto e lavoro sono la stessa cosa). E mi si è aperto un altro mondo ancora. L'arte astratta. Ah questa povera bistrattata arte astratta. Nessuno la capisce (ma non c'è nulla da capire), tutti la prendono in giro ("ehi ma quello lo so fare pure io!" è la frase più ricorrente), pare inutile ("ma cosa fai? scarabocchi dell'asilo?"). 



Epperò epperò.
Se vi guardate attorno ovunque siamo invasi da arte fatta solo di linee cerchi macchie colori puri... al ristorante, sul divano, sull'agenda, dal dentista... Ohibò. L'arte astratta o che aspira ad esserlo, è dentro di noi credo da sempre, eppure la sua illusoria semplicità spaventa, mentre una bella teiera dipinta in stile iper realista ci fa schizzare ad applaudire al genio. Alla maestria. 
Arti diverse per esprimere cose diverse. Semplifico troppo forse? ma ciascuno è legittimato a scegliere una, l'altra, entrambe. Picasso che pure era abilissimo nel disegno accademico, sappiamo bene cos'ha inventato. Ogni stagione può portarci qualcosa di nuovo. L'apertura (mentale) aiuta ad accettare, cogliere, superare le barriere alla ricerca della via più consona a trasmettere le nostre emozioni in quel momento al prossimo. Raccontarci. Raccontare una storia. Connetterci agli altri e aprire dei varchi. 



Così io e il mio inchiostro abbiamo conosciuto la bravura del professor #italochiodi dell'Accademia di Brera. Ma anche ritrovato i nomi da libro d'arte di #pollock #kandinsky #picasso 
#janetsobel #helenfrankenhaler (per un'arte al femminile troppo troppo bistrattata e dimenticata) 
e la lista potrebbe andar avanti all'infinito.
Chi sono io con i miei ghirigori? uno tra centomila, basta aprire Instagram. Ma non ci si deve demoralizzare: ciascuna linea ha la sua unicità e dignità. La differenza tra la casualità e l'arte è l'intenzione. Lo studio, l'approfondimento, la ricerca. Mi piace pensare che nasce un artista quando scopre la bellezza della ricerca, la stessa goduria infantile di intingere e lasciar scorrere, senza fermarsi più. In quella semplicità si nasconde la bellezza. Così come la difficoltà che rende indimenticabili i grandi dell'arte, capaci di rendere semplice qualcosa che non lo è.
Cosa ne pensate? Vi piacerebbe saperne di più? Lasciate un cenno se vi va! 



venerdì 18 marzo 2022

Un piccolo seme di Speranza - A cosa serve l'arte oggi?

Di nuovo mi ritrovo a scrivere in un tempo di guerra. Se prima dovevamo combattere un nemico invisibile e microscopico, ora dobbiamo tenere a bada i timori quotidiani per una guerra al di là del pianerottolo, inquietante e mostruosa come tutte le guerre e capace prima di tutto di manipolarci e immobilizzarci attraverso la paura. Fin dai primi istanti ci si è chiesti che senso avesse proseguire con le nostre quotidiane attività, quando a poche ore di distanza persone (proprio "identiche a noi", e forse è stato questo a rendere l’opinione pubblica una volta tanto così empatica?) venivano ferite, umiliate o uccise.

Nel mio caso, le mie “sciocche” attività artistiche risultavano ancora più fuori luogo. Ma come puoi continuare a gingillarti in mezzo ai tuoi colori mentre dei bambini scappano da soli in mezzo alle bombe? Quando donne incinte partoriscono nei rifugi o muoiono schiacciate dalle macerie? 

È sempre stato così, in ogni guerra, da quelle lette e studiate a quelle dei paesi “lontani” dell’altro ieri. Eppure, stavolta, non è un tempo lontano, non è un gioco immaginato e tutto pare alquanto surreale. Il lontano è un concetto relativo. Per me, cresciuta a racconti e letture sulla seconda guerra mondiale, tutto è sempre stato molto vicino, nel tempo, nel cuore, nello spazio. Di conseguenza come si può continuare a parlare di sciocchezze, far giocare i figli, guardare i cartoni, fare la spesa, litigare per un parcheggio…. Quando al di là del fiume c’è tutto questo?

Come si può? Lentamente. Fermandosi. Affermando la nostra estraneità a una guerra che ancora una volta noi non vogliamo. A noi tutto questo non piace e ne siamo contrari. Insegnando la Pace. Costruendo giorno per giorno un’oasi in cui rifugiarsi. Proprio per i nostri piccoli, per proteggerli da notizie, spiegazioni, azioni che non possono capire e che probabilmente li spaventano. Piano piano. Senza pensare troppo al futuro, ma pensandoci. L’ansia non deve prendere il sopravvento, ma tenendo per mano la nostra sacrosanta preoccupazione possiamo chiederci: cosa possiamo fare con quanto sappiamo fare?



Come una preghiera ho preso in mano i pennelli per i miei esercizi quotidiani, che non hanno uno scopo, se non di farmi apprezzare il Mondo e le sue creazioni, di farmi stare bene, di mantenere la calma e cercare di trasmetterne. Ciascuno di noi può cercare il suo modo per infondere pensieri positivi.

L’arte, come ho letto su un post della mia amica e brillante fotografa Sara Pasquet (@sara.parceque su instagram), non salverà il mondo. Siamo noi con le nostre scelte che possiamo fare qualcosa. Scegliere la bellezza, cercare di preservarla, di diffonderla, insegna che non c’è solo il male con la sua stupidità, che non siamo costretti a subirlo, che anche quando ci toccherà nel profondo non saremo soltanto quello, perché sapremo guardare oltre, più in là... Noi siamo altro.

Mi piace pensare che l’arte, anche fatta in modo “casalingo” come nel mio caso, possa avere uno scopo nobile, per costruire relazioni, ponti, amicizie, solidarietà. E su questo vorrei lavorare. Per questo, a partire dai miei esercizi sull’inchiostro, ho in mentre un piccolo progetto: Hope

Amo due parole: resistenza e resilienza. Amo la parola Speranza. Mi piace pensare che questa cresca ovunque, ma soprattutto nei luoghi e nei momenti più impensati.

A breve vi farò sapere gli sviluppi su questo progetto!




giovedì 19 agosto 2021

Taccuino alla riscossa!

Sono piuttosto emozionata😺. Parrebbe infatti che il mio primo taccuino artistico sia giunto al termine!




Esperimenti tra china e caffè

Collage

Vuoti e pieni, cerchi e linee, colori e grafite


Tempere

Disegno veloce o gestuale

Schizzi veloci copiando disegni rinascimentali

Donne Afghane


Per chi non lo sapesse a giugno di quest'anno mi sono buttata in un progetto ideato da @lianazanfrisco chiamato #ilmovimentodeltaccuino, di cui ho parlato in questo post.

Per me significava riprendere in mano pennelli e matite dopo molto tempo e testare la mia resistenza in compagnia dell'arte. Infatti, temevo di stufarmi presto e volevo fare una prova, in vista di chissà quali progetti futuri.... 

E invece eccoci qui, due mesi abbondanti dopo, con moltissime esperienze nuove sulla pelle! 

Questo post vuole essere proprio un invito a chiunque ami disegnare o desidererebbe farlo, a buttarsi in questa esperienza, che naturalmente non vuole essere un corso di disegno, quanto un viaggio attraverso noi stessi, con sorprese ad ogni angolo. 


Io cosa ho (ri)scoperto?

La bellezza di lasciare andare la matita senza preoccuparmi del foglio bianco. Da bambina adoravo i quaderni nuovi (in particolare la pagina a destra, bella piena e sostanziosa) e i quaderni regalati da mia madre duravano il tempo di preparare la cena. Ovviamente, dopo un po', si era stufata di comprarmeli. Per lei erano solo scarabocchi, con cui riempivo tutto. "Fai due righe e poi lo butti"... Già... Ma avete mai provato? l'euforia di una matita che graffia, che cambia segno in base all'inclinazione, che colora, che sporca, colori che creano ombre, disegni nati dalle ombre delle mani... 

Avevo bisogno di cartaaaa!!!!

Ecco, nel taccuino non dovete preoccuparvi del foglio, ne avete tanti, potete farci cosa volete, anzi, dovete! Prima di tutto dimenticatevi le lezioni noiose e sperimentate! Con quello che amate, con ciò che avete in casa, pennarelli matite acquerelli... poi avrete tempo di cercare nuove tecniche, ma il motto è divertirsi!

Il bello è il senso di libertà. Non esiste giusto o sbagliato. Potete disegnare tutto. Dalle forme elementari che combinate assieme possono fare magie. Pieni e vuoti. Bianco e nero. Già, anche il nero è un colore... 

All'inizio mi scervellato per combinare cerchi e triangoli, ma poi mi sono resa conto che qualsiasi cosa potrebbe meritare un nostro disegno. Il mouse, un angolo, il gatto, il posacenere... tutto! Il nostro sguardo improvvisamente si ritrova a cercare ovunque qualcosa da riprendere. Bellissimo.

La ripetizione. La pazienza. Questo esperimento insegna ad essere pazienti, magnanimi verso se stessi, e a guardare i proprio esperimenti senza giudizi. Perché, leggendo, studiando, approfondendo, si arriva alla stupefacente verità che il bello non esiste, e siamo solo impregnati di preconcetti e paure che vanno assolutamente abbandonati lungo il percorso. (Cosa mica tanto facile però...)

Qualcuno potrà mettersi a ridere, o si inquieterà di fronte alla vostra improvvisa "arte astratta": ma lì dentro ci siete voi, rispettatela e pretendete lo stesso dagli altri.

Infatti, nel taccuino uscirà fuori parte di voi, volenti o nolenti, e a tratti a me è proprio parso un diario personale. Perché il disegno parla linguaggi intuitivi che pescano dal nostro profondo e hanno più onestà delle parole. Con un disegno non si può mentire, fare un giro di parole. Due linee e via, siamo fregati, eccoci lì in mutande (figurativamente parlando) di fronte a tutti.

Già, perché il bello (o no, ditelo anche voi) di questo esperimento, è che ogni volta o quasi che si lavora, si condivide sul gruppo Instagram quanto fatto; non certo per vanità, ma per confrontarsi, supportarsi, lavorare silenziosamente in sinergia. Si attinge dagli archivi altrui e viceversa, senza egoismi. 

Così facendo ho scoperto la ripetizione di cerchi e il motto di più tempo per noi, il collage a carte strappate, gli innesti, ho riscoperto l'uso del caffè dipinto e tanto altro. Studiando Betty Edwards e ascoltando Liana mi sono dilungata in disegni veloci, lenti, gestuali, analogici, a memoria, al contrario... Carta ripiegata, carta recuperata, carta incollata. Il divertimento infantile di fare casino!

Eppure, nascosti lì dentro, ci sono molteplici spunti creativi, gemme che forse germoglieranno nel prossimo taccuino...

Il taccuino mi ha permesso di incontrare virtualmente molte persone e di conoscere artisti sconosciuti prima. Non ha sbrogliato i miei dubbi, eppure mi ha sicuramente indicato che questa strada fa per me, ovunque voglia portarmi...


Mi verrebbe anche da dire che per me l'arte è silenzio e forse questo chiacchericcio mediatico di fondo crea una certa distrazione. Per il prossimo taccuino lancio (a me stessa più che altro) la sfida di lavorare zitta zitta e postare il risultato solo a un certo punto. Forse nell'era digitale ci impegniamo più a parlare e fotografare piuttosto che a fare. Vorrei che questa esperienza maturasse seriamente senza il clamore distraente della rete. Voi cosa ne dite?





E voi, quando lo cominciate il vostro taccuino?😍 Vi aspetto!

Seguitemi su Instagram! 👍😀


venerdì 2 luglio 2021

I sogni hanno una scadenza?

I sogni hanno una scadenza? Prima o poi crescendo veniamo a scontrarci con la dura realtà, fatta di routine e conteggio di esperienze riuscite e fallimenti. Quello che ci sarebbe piaciuto essere da bambini non sempre combacia con l'adulto del presente, un po' per scelta personale, ma spesso per caso, fortuna o sfortuna e minestrone di condizionamenti.






Ma i sogni veri, le passioni che ti agitano le budella o, meglio che ti aiutano a cullarti nel sonno e ti guidano attraverso i mille fondali neri della vita, ecco, quelli lì non possono avere una scadenza. E prima o poi occorre farci i conti, anche per rispetto verso se stessi. Rinunciare ancora, a qualsiasi età, è dannoso per la salute, rende infelici ed è, sostanzialmente, stupido, in questa vita breve effimera e casuale.

Io avrei voluto frequentare l'accademia di belle arti, in un tempo in cui da me non esisteva neanche il liceo artistico e prendere un pullman verso la grande città pareva avventura pericolosissima agli occhi di mamma, per me bimbetta delle medie di provincia. Ritagliarsi un'ora di storia dell'arte allo scientifico era già un lusso a cui aspirare e si poteva rimandare... Fino a scoprire che senza il giusto diploma occorreva pure fare un test di ammissione. Di disegno dal vero, un nudo. Ahi noi. Ma come si fa? altra barriera insormontabile, di una difficoltà inaudita, in continua altalena tra il cuore di mamma che avrebbe fatto di tutto per rendermi felice, epperò... la inquietava un pelino quella vita zingara e colorata a cui io anelavo armata di pennelli. Mi avrebbe comprato miliardi di strumenti, ma per quello che pareva un bellissimo hobby, e nulla più. Volevano sicuramente che io fossi felice, ma la vita artistica non pareva solida e sicura. 

In famiglia mi si era detto "Macosavorraipoifare?laMadonnara??? Che te ne fai di un diploma d'arte?" 

All'epoca non era neppure una laurea e questa cosa qui dispiaceva... volevano il meglio per me. 

I soliti consigli. Che ricevono un po' tutti. Fai qualcosa che ti aiuti anche a lavorare. Già. 

Sob 

Erano altri tempi, senza internet, in compagnia dei soliti pregiudizi benevoli verso la carriera artistica sempreattuali, non ci si poteva informare come oggi sui percorsi di studio e non si conosceva nessuno per parlarne. Il prof delle medie, che pure aveva ben specificato sul mio attestato di terza che ero perfetta per gli studi artistici, mi aveva scoraggiata a tentare il test, occorreva una lunga preparazione. Accidenti. E così bene o male avevo smesso di disegnare e mi ero ritrovata, mezzo secolo dopo, con una bella laurea in architettura. Vicini ma lontani anni luce dal sogno originario. Pericolosamente contaminati dall'approccio politecnico, per sempre condizionati dall'opinione altrui, in primis parenti tutti. Forse non proprio convinta io, terrorizzata dalle paure altrui, mi sarebbe bastato un niente per spiccare il volo. 

Ma cosa significa dedicarsi al disegno o all'arte in generale? 

Libertà.

Gioco. 

Sperimentazione.

Di sicuro non è una questione di profitto, e se si deve pur mangiare ben venga fare cose lì per lì attorno nella materia... Alla mia veneranda età mi sono detta che era doveroso ricominciare. Ma dove? Con figlia e marito, poi... tutto è veramente complicato.

Per noi donne ritagliarsi un tempo proprio e personale pare una colpa insormontabile. Già farsi una doccia è scabroso se la pupa ci richiama, ma figurarsi mettersi a giocare con le matite colorate. Sembra una pazzia. Ma lo dobbiamo a noi stesse. E ai nostri figli, che ne trarranno un buon insegnamento. 

Io ho deciso di ripartire con un piccolo progetto, che ovviamente ha destato ansia in alcuni, incomprensioni, dubbi, magari pure sarcasmo.

#ilmovimentodeltaccuino

invenzione geniale di @lianazanfrisco, una splendida persona e artista, che ho conosciuto per caso in rete girovagando alla ricerca di corsi di disegno (e di cui consiglio la pagina Instagram, nonché il blog per chi volesse approfondire!). 


Un percorso che consiglio a chiunque voglia riappropriarsi del proprio lato artistico, giocando, conoscendosi, indagando materie supporti e tecniche in assoluta libertà. Finalmente mi sono sentita libera di buttarmi, senza l'ansia da prestazione da bel disegno, senza dover scervellarmi per un tema intelligente. Come da bambini. Disegnare per il gusto di farlo. Senza meta, in una navigazione a vista, passo dopo passo, senza fretta, senza stress. Con attenzione. Con amore. E mi è venuta una voglia folle di fare solo più quello, inventandomi scuse per starmene da sola con il mio taccuino, velocizzando tutto pur di poter scarabocchiare i miei fogli tracce colorate. Chi ha una forte passione può capire cosa intendo dire. 

E ho capito che se avevo dei dubbi, di sicuro potevo cancellarli: quella strada lì, era ancora tutta mia, e tutta da percorrere. 


Non so dove mi porterà il viaggio, ma per ora, è divertente e ricco di possibilità!

E se volete seguirmi, visitate la mia pagina Instagram #manuelarosso12!


E voi, avete sogni dentro il cassetto? e i vostri, hanno una scadenza? 

Cosa dite, ma quel nudo là lo potrò poi fare? ahah😜

giovedì 25 marzo 2021

L'intelligente inutile bellezza dell'arte, che ci fa stare bene

In questo ennesimo lockdown, noiosa reclusione domestica scandita dalle mansioni quotidiane e rallegrata solo da qualche breve fuga con marito e figlioletta al seguito qui nei dintorni, sento l'esigenza di intelligente bellezza. 

L'arte ho sempre ritenuto dovesse avere uno scopo: fare arte tanto per fare o andare a vedere il lavoro di qualcuno "per svagarsi", secondo me non ha del tutto senso. Amo l'arte militante, ma soprattutto capace di trasmettere emozioni, di farsi carico di qualcosa. L'arte deve sconvolgere o, quanto meno, commuovere. Lea Vergine, che ho da poco scoperto, critica d'arte scomparsa lo scorso anno, diceva che l'arte è un qualcosa di non necessario, è "il superfluo", perché nella vita l'arte non è indispensabile. Eppure sono proprio le cose così che rendono la vita bella, piena, felice, sono quel qualcosa in più capace di trasportarci. Si può vivere per l'arte, ma questa non è la vita, che è fatta di altro e ha bisogno d'altro per risolvere i suoi affanni. Eppure senza di lei sarebbe tutto più vuoto, scarno, superficiale.

Così di questi tempi in cui tutto appare già visto, avrei sempre più voglia di cose "inutili", "superflue", ma almeno per me essenziali: l'alta montagna, che per ora rimane un miraggio da guardare dal basso; l'incontro con persone nuove, portatrici di nuovi contenuti per il nostro vivere, per il nostro cervello martellato sempre dalle stesse storie, ma va da sé, che con la reclusione ci si deve affidare ai libri o quantomeno ad internet; infine, avrei voglia di arte a 360 gradi, di mostre, concerti, film, teatro...

Per consolarmi e consolarci, vi propongo una brevissima mostra virtuale: La differenza della donna, inaugurata su internet il 13 marzo scorso e organizzata dalla Civica Galleria d'Arte Contemporanea Filippo Scroppo di Torre Pellice, a cura di Luca Motto. Meno di due minuti per farsi sorprendere, con alcune delle opere in mostra, in attesa di poterle vedere dal vivo. Uno sprone, che fa venire voglia di approfondire, per saperne di più sulle quindici artiste presenti. All'interno della pagina della galleria è inoltre possibile scaricare anche un breve catalogo in pdf. 



La mostra parte dalla famosa frase di Carla Lonzi, critica d'are e femminista, che affermava "La differenza della donna sono i millenni di assenza dalla storia. Approfittiamo della differenza!".

Eppure non è una mostra "solo militante" e mi piace proprio che si desideri lasciare spazio "all'esistenza, all'espressione, alla bellezza". Una chiave interpretativa fortemente femminile, ma anche una strada utile da percorrere proprio in questi giorni: non avremmo forse proprio bisogno di concentrarci su questi tre termini, per stare meglio?




giovedì 4 marzo 2021

Frida Kahlo, un amore da sempre

Quello che mi ha sempre colpito di lei era il suo essere tremendamente moderna, contemporanea, graffiante. Una donna tosta, ribelle e guerriera, che nonostante tutto riusciva a trovare motivi per vivere e non per piangersi addosso e vivere nel migliore dei modi possibili, attraverso milioni di piccole ed enorme battaglie quotidiane. Trafitta trasformata travagliata portava il dolore sul palcoscenico e lo prendeva in giro, colorando le sue giornate, sfidando la morte e ridendole in faccia. 


Frida dalle sopracciglia folte e irriverenti è un mio amore da adolescente, di quando credevo ancora che tutto fosse possibile e la sua determinazione mi pareva rivelatrice, illuminante. Oggi che ormai è stata trasformata in un personaggio iconico, conosciuto da tutti e spesso utilizzato come simbolo per le campagne più disparate, in primis quelle sulle donne, rimane per me una compagna, un'amica piena di mistero che non ha perso un briciolo del suo fascino.

Quando la scoprii io nei lontani anni Novanta era ancora una novità, o perlomeno così apparve a me dalla mia terra di provincia, in cui per trovare un libro d'arte si doveva per forza andare nell'unica libreria di paese, ordinandolo magari con un certo anticipo. Frida, scoperta non so neppure più come, sicuramente in stretto connubio con un'altra mia passione - Tina Modotti - capace anch'essa di accendermi e darmi la carica nonostante le distanze temporali e le pagine patinate in bianco e nero con le sue fotografie contornate da un indecifrabile testo in inglese... 

Incontri sconvolgenti. Pensare a Frida così bella e innamorata, giovane quanto me, eppure... Perdermi in quegli #eppure e sentirne la lacerazione, scoprire la sua arte e vedere come il dolore potesse venir raccontato, condiviso e con lui attimi così intimi e personali. Un'intero corollario fantastico, in cui l'allieva sposa il maestro, si scopre prodigiosa, viaggia, illustra i suoi diari in maniera così spontanea ed anti convenzionale. Nulla nella sua storia poteva annoiarmi, era tutto #uau! , compresi i suoi mille amori passionali e proibiti, le sue campagne politiche, il suo impegno in prima linea. 

E allora eccomi ancora qui a scoprirne qualcosa di nuovo, attraverso due libri che mi hanno donato, capaci di strapparmi per qualche attimo dal mio ruolo di madre accudente e portarmi lontano lontano.



#gliamoridifridakahlo di Valeria Arnaldi (Ed. bizzarro, 2020), uno splendido regalo di San Valentino, che racconta nelle sue circa 200 pagine una Frida passionale e sfrontata, contornata da amori femminili e maschili, eppure anche romantica, fragile, estremamente vulnerabile. Nel testo si ritrova la sua voce, attraverso tante citazioni e inserti, e si ritrova la sua immagine, grazie a molte fotografie, tra cui alcune a me completamente inedite. Naturalmente è ripercorso tutto il suo rapporto con Diego, e ne sono analizzate le diverse sfaccettature nei tanti anni che li videro insieme, fino alla fine.

#lapassionedifrida di Caroline Bernard (Ed. tre60, 2020) invece, ha il ritmo lento del romanzo in chiave biografica. In poco più di 300 pagine, ci illude di sentire la stessa voce dell'artista, e ci fa sperare, come sempre d'altronde, che lei non voglia tornare a prendere quell'ombrellino, o che quel tram non abbia l'incidente, ci fa innamorare, ci fa intingere il pennello sulla tela inclinata fino a sentire il colore cadere sulla nostra fronte, trepidanti speriamo nell'arrivo di quel bambino e poi... 

Eppure, nel dolore nasce proprio la Frida che conosciamo e cosa ne sarebbe stato se il destino (o chiamiamolo come vogliamo) avesse giocato in modo diverso? Pagina dopo pagina si incontrano personaggi, scene, attimi di storia, ed è un continuo rivelarsi. Finalmente si possono immaginare i luoghi e verrebbe proprio voglia di prendere un aereo e sedersi nel patio della Casa Azul. Per fortuna, in questi tempi di Covid, esiste internet e perché non visitare il sito del museo Casa Azul?https://www.museofridakahlo.org.mx/en/ 

Attraverso il virtual tour è possibile essere lì, o almeno, avvicinarsi un pochino.... 

Quanto pagherei per essere in quel giardino!💗 

E voi? Lasciate un commento qui se vi è piaciuto questo post! Grazie💛

Giornata mondiale del disegno. Viva la fantasia!

Negli ultimi anni vanno di moda le #giornatedi. Oggi - 27 aprile 2022 - ho scoperto essere la #giornatamondialedeldisegno. Mondiale. Caspita...