giovedì 25 marzo 2021

L'intelligente inutile bellezza dell'arte, che ci fa stare bene

In questo ennesimo lockdown, noiosa reclusione domestica scandita dalle mansioni quotidiane e rallegrata solo da qualche breve fuga con marito e figlioletta al seguito qui nei dintorni, sento l'esigenza di intelligente bellezza. 

L'arte ho sempre ritenuto dovesse avere uno scopo: fare arte tanto per fare o andare a vedere il lavoro di qualcuno "per svagarsi", secondo me non ha del tutto senso. Amo l'arte militante, ma soprattutto capace di trasmettere emozioni, di farsi carico di qualcosa. L'arte deve sconvolgere o, quanto meno, commuovere. Lea Vergine, che ho da poco scoperto, critica d'arte scomparsa lo scorso anno, diceva che l'arte è un qualcosa di non necessario, è "il superfluo", perché nella vita l'arte non è indispensabile. Eppure sono proprio le cose così che rendono la vita bella, piena, felice, sono quel qualcosa in più capace di trasportarci. Si può vivere per l'arte, ma questa non è la vita, che è fatta di altro e ha bisogno d'altro per risolvere i suoi affanni. Eppure senza di lei sarebbe tutto più vuoto, scarno, superficiale.

Così di questi tempi in cui tutto appare già visto, avrei sempre più voglia di cose "inutili", "superflue", ma almeno per me essenziali: l'alta montagna, che per ora rimane un miraggio da guardare dal basso; l'incontro con persone nuove, portatrici di nuovi contenuti per il nostro vivere, per il nostro cervello martellato sempre dalle stesse storie, ma va da sé, che con la reclusione ci si deve affidare ai libri o quantomeno ad internet; infine, avrei voglia di arte a 360 gradi, di mostre, concerti, film, teatro...

Per consolarmi e consolarci, vi propongo una brevissima mostra virtuale: La differenza della donna, inaugurata su internet il 13 marzo scorso e organizzata dalla Civica Galleria d'Arte Contemporanea Filippo Scroppo di Torre Pellice, a cura di Luca Motto. Meno di due minuti per farsi sorprendere, con alcune delle opere in mostra, in attesa di poterle vedere dal vivo. Uno sprone, che fa venire voglia di approfondire, per saperne di più sulle quindici artiste presenti. All'interno della pagina della galleria è inoltre possibile scaricare anche un breve catalogo in pdf. 



La mostra parte dalla famosa frase di Carla Lonzi, critica d'are e femminista, che affermava "La differenza della donna sono i millenni di assenza dalla storia. Approfittiamo della differenza!".

Eppure non è una mostra "solo militante" e mi piace proprio che si desideri lasciare spazio "all'esistenza, all'espressione, alla bellezza". Una chiave interpretativa fortemente femminile, ma anche una strada utile da percorrere proprio in questi giorni: non avremmo forse proprio bisogno di concentrarci su questi tre termini, per stare meglio?




giovedì 4 marzo 2021

Frida Kahlo, un amore da sempre

Quello che mi ha sempre colpito di lei era il suo essere tremendamente moderna, contemporanea, graffiante. Una donna tosta, ribelle e guerriera, che nonostante tutto riusciva a trovare motivi per vivere e non per piangersi addosso e vivere nel migliore dei modi possibili, attraverso milioni di piccole ed enorme battaglie quotidiane. Trafitta trasformata travagliata portava il dolore sul palcoscenico e lo prendeva in giro, colorando le sue giornate, sfidando la morte e ridendole in faccia. 


Frida dalle sopracciglia folte e irriverenti è un mio amore da adolescente, di quando credevo ancora che tutto fosse possibile e la sua determinazione mi pareva rivelatrice, illuminante. Oggi che ormai è stata trasformata in un personaggio iconico, conosciuto da tutti e spesso utilizzato come simbolo per le campagne più disparate, in primis quelle sulle donne, rimane per me una compagna, un'amica piena di mistero che non ha perso un briciolo del suo fascino.

Quando la scoprii io nei lontani anni Novanta era ancora una novità, o perlomeno così apparve a me dalla mia terra di provincia, in cui per trovare un libro d'arte si doveva per forza andare nell'unica libreria di paese, ordinandolo magari con un certo anticipo. Frida, scoperta non so neppure più come, sicuramente in stretto connubio con un'altra mia passione - Tina Modotti - capace anch'essa di accendermi e darmi la carica nonostante le distanze temporali e le pagine patinate in bianco e nero con le sue fotografie contornate da un indecifrabile testo in inglese... 

Incontri sconvolgenti. Pensare a Frida così bella e innamorata, giovane quanto me, eppure... Perdermi in quegli #eppure e sentirne la lacerazione, scoprire la sua arte e vedere come il dolore potesse venir raccontato, condiviso e con lui attimi così intimi e personali. Un'intero corollario fantastico, in cui l'allieva sposa il maestro, si scopre prodigiosa, viaggia, illustra i suoi diari in maniera così spontanea ed anti convenzionale. Nulla nella sua storia poteva annoiarmi, era tutto #uau! , compresi i suoi mille amori passionali e proibiti, le sue campagne politiche, il suo impegno in prima linea. 

E allora eccomi ancora qui a scoprirne qualcosa di nuovo, attraverso due libri che mi hanno donato, capaci di strapparmi per qualche attimo dal mio ruolo di madre accudente e portarmi lontano lontano.



#gliamoridifridakahlo di Valeria Arnaldi (Ed. bizzarro, 2020), uno splendido regalo di San Valentino, che racconta nelle sue circa 200 pagine una Frida passionale e sfrontata, contornata da amori femminili e maschili, eppure anche romantica, fragile, estremamente vulnerabile. Nel testo si ritrova la sua voce, attraverso tante citazioni e inserti, e si ritrova la sua immagine, grazie a molte fotografie, tra cui alcune a me completamente inedite. Naturalmente è ripercorso tutto il suo rapporto con Diego, e ne sono analizzate le diverse sfaccettature nei tanti anni che li videro insieme, fino alla fine.

#lapassionedifrida di Caroline Bernard (Ed. tre60, 2020) invece, ha il ritmo lento del romanzo in chiave biografica. In poco più di 300 pagine, ci illude di sentire la stessa voce dell'artista, e ci fa sperare, come sempre d'altronde, che lei non voglia tornare a prendere quell'ombrellino, o che quel tram non abbia l'incidente, ci fa innamorare, ci fa intingere il pennello sulla tela inclinata fino a sentire il colore cadere sulla nostra fronte, trepidanti speriamo nell'arrivo di quel bambino e poi... 

Eppure, nel dolore nasce proprio la Frida che conosciamo e cosa ne sarebbe stato se il destino (o chiamiamolo come vogliamo) avesse giocato in modo diverso? Pagina dopo pagina si incontrano personaggi, scene, attimi di storia, ed è un continuo rivelarsi. Finalmente si possono immaginare i luoghi e verrebbe proprio voglia di prendere un aereo e sedersi nel patio della Casa Azul. Per fortuna, in questi tempi di Covid, esiste internet e perché non visitare il sito del museo Casa Azul?https://www.museofridakahlo.org.mx/en/ 

Attraverso il virtual tour è possibile essere lì, o almeno, avvicinarsi un pochino.... 

Quanto pagherei per essere in quel giardino!💗 

E voi? Lasciate un commento qui se vi è piaciuto questo post! Grazie💛

Giornata mondiale del disegno. Viva la fantasia!

Negli ultimi anni vanno di moda le #giornatedi. Oggi - 27 aprile 2022 - ho scoperto essere la #giornatamondialedeldisegno. Mondiale. Caspita...