In questo ennesimo lockdown, noiosa reclusione domestica scandita dalle mansioni quotidiane e rallegrata solo da qualche breve fuga con marito e figlioletta al seguito qui nei dintorni, sento l'esigenza di intelligente bellezza.
L'arte ho sempre ritenuto dovesse avere uno scopo: fare arte tanto per fare o andare a vedere il lavoro di qualcuno "per svagarsi", secondo me non ha del tutto senso. Amo l'arte militante, ma soprattutto capace di trasmettere emozioni, di farsi carico di qualcosa. L'arte deve sconvolgere o, quanto meno, commuovere. Lea Vergine, che ho da poco scoperto, critica d'arte scomparsa lo scorso anno, diceva che l'arte è un qualcosa di non necessario, è "il superfluo", perché nella vita l'arte non è indispensabile. Eppure sono proprio le cose così che rendono la vita bella, piena, felice, sono quel qualcosa in più capace di trasportarci. Si può vivere per l'arte, ma questa non è la vita, che è fatta di altro e ha bisogno d'altro per risolvere i suoi affanni. Eppure senza di lei sarebbe tutto più vuoto, scarno, superficiale.
Così di questi tempi in cui tutto appare già visto, avrei sempre più voglia di cose "inutili", "superflue", ma almeno per me essenziali: l'alta montagna, che per ora rimane un miraggio da guardare dal basso; l'incontro con persone nuove, portatrici di nuovi contenuti per il nostro vivere, per il nostro cervello martellato sempre dalle stesse storie, ma va da sé, che con la reclusione ci si deve affidare ai libri o quantomeno ad internet; infine, avrei voglia di arte a 360 gradi, di mostre, concerti, film, teatro...
Per consolarmi e consolarci, vi propongo una brevissima mostra virtuale: La differenza della donna, inaugurata su internet il 13 marzo scorso e organizzata dalla Civica Galleria d'Arte Contemporanea Filippo Scroppo di Torre Pellice, a cura di Luca Motto. Meno di due minuti per farsi sorprendere, con alcune delle opere in mostra, in attesa di poterle vedere dal vivo. Uno sprone, che fa venire voglia di approfondire, per saperne di più sulle quindici artiste presenti. All'interno della pagina della galleria è inoltre possibile scaricare anche un breve catalogo in pdf.
La mostra parte dalla famosa frase di Carla Lonzi, critica d'are e femminista, che affermava "La differenza della donna sono i millenni di assenza dalla storia. Approfittiamo della differenza!".
Eppure non è una mostra "solo militante" e mi piace proprio che si desideri lasciare spazio "all'esistenza, all'espressione, alla bellezza". Una chiave interpretativa fortemente femminile, ma anche una strada utile da percorrere proprio in questi giorni: non avremmo forse proprio bisogno di concentrarci su questi tre termini, per stare meglio?